Queste pagine vogliono diventare  una raccolta di cose strane, divertenti o scioccanti, trovate in Valcamonica  e dintorni. Invito chiunque abbia notizie di qualcosa di interessante, documentato o documentabile con fotografie, di contattarmi all'indirizzo di posta elettronica stefanomarcelli@tiscali.it oppure cliccando sulla bustina in basso.


 

Il tradimento è possibile nell'aldilà?

che bell'augurio!Di un borgo allegro, visitato dal sole e dai turisti si è soliti usare l'espressione "ridente cittadina". Corna è invece  la "sghignazzante frazione" di Darfo Boario Terme in provincia di Brescia. Non credo che il compilatore dell'iscrizione qui accanto abbia scelto volontariamente quella  frase piuttosto che "Il paese di Corna a i suoi caduti". Un genius loci dispettoso deve avergli fatto dimenticare che la parola "corna" può avere altri significati.

(Facciata della Chiesa Parrocchiale, Corna)


 

Fabio e Luca, volete darvi da fare, o no?

Piccole vogliose camune 

Che le ragazze d'oggi abbiano costumi più liberi di quelle dello scorso millennio è risaputo e normale, ma la frase nella fotografia è autentica spudoratezza, non spiegabile altrimenti con le agende di Fabio e Luca particolarmente affollate di appuntamenti oppure per le loro tendenze "gay" non dichiarate.

(Graffito sul portico del Cotton Club, Piancamuno)


 

Conferiamo, conferiamo...

Aiuta l'amministrazione a tenere pulito con una conferenza   

Complimenti all'appassionato cultore della lingua italiana che ha formulato  la scritta di questo cartello.

Dal dizionario Giunti, alla voce "Conferire", accezione 3.

"Portare qualcosa, perlopiù prodotti agricoli a un luogo di raccolta; contribuire a un fondo comune con beni di lavoro. Esempi: conferire l'uva alla cantina sociale, il grano all'ammasso, la soia al consorzio agrario; conferire una quota di capitale a una società."

Non sarà stato che durante il "conferimento" dell'uva alla cantina sociale, le prime molecole fermentate abbiano prodotto qualche bizzarro effetto al cervello del conduttore del carro?

(Entrata del parcogiochi di Esine)


Pisogne o Pisogno?

Pisogne, Pisogno oppure (come vorrebbero i leghisti) Pisogn?

In viaggio tra i laghi d'Orta e Maggiore mi sono imbattutto in questa singolare coincidenza: un borgo denominato "Pisogno" quasi come la camuna "Pisogne". Tra l'altro, nel dialetto locale, che è una via di mezzo tra piemontese e lombardo, si dice "Pisùgn", non molto diverso da "Pisògn". Chissà cosa volevano indicare gli antichi Celti, Liguri o Etruschi con questa parola?


"Ciacole" alla fontana

Conosco due bei proverbi sui pettegolezzi. Il primo raccomanda di non confidare agli estranei questioni delicate: "I panni sporchi si lavano in famiglia". Il secondo mette in guardia dalle malelingue: "Chi con te parla male degli altri, con gli altri parlerà male di te". Mi piacerebbe sapere quali spiacevoli conseguenze di pettegolezzi e quando abbiano spinto le autorità municipali a porre una targa poetica e un tantino minacciosa sopra l'ingresso del lavatoio di Vilminore di Scalve. Visto dall'esterno, questo "parlatoio" appare come una grande bocca magica: ciò che è confidato qui dentro si trasmette da bocca a orecchio, da madre a figlia, da suocera a nuora, da comare a comare. Nel sottofondo dello scrosciare dell'acqua, i muri diventano perversi megafoni che rimandano gli echi delle "ciacole" nelle vie e nelle piazze del paese. Mi pare di sentirle: "Ma lo sapevi che...?" "Hai sentito di...?" "Qualcosa di vero ci sarà!" "Voce di popolo, voce di dio!". Clicca sulla targa per ingrandirla e leggere il monito. Con l'avvento delle lavatrici e delle lavanderie industriali, oggi i panni sporchi si lavano tutti in casa o comunque di fronte a bocche e orecchie più discrete. Fontane e lavatoi sono ormai deserti. Comari e  "ciacole" si sono trasferite altrove.

(Lavatoio comunale, Vilminore di Scalve, Bergamo)


 

Piccole vogliose camune ritornano

"Fritola", con l'accento sulla prima sillaba, significa "frittella", e viene utilizzato con minore volgarità di "figa" per indicare l'organo genitale femminile. A questo punto sarei curioso di vedere quanto sono desiderabili questi due, da meritare un simile manifesto.

(Graffito sul portico del Cotton Club, Piancamuno)

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Abondio Giovanni o Giovanni Abondio? 

I cognomi patronimici (che derivano da un nome proprio) hanno sempre destato confusione, ma non avrei mai immaginato fino a questo punto. A meno che le vie non siano due e intitolate a due persone diverse. 

(Incrocio a "T" nella frazione Cappellino di Darfo Boario Terme) 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Limiti e divieti

Non abbiamo le chiavi del catenaccio, tuttavia superata in qualche modo la catena con il nostro veicolo, possiamo percorrere la strada a tutta velocità. Una sola raccomandazione: NON SORPASSARE. (Dove sarà stato acquistato il cartello? Perché quel negozio non aveva il cartello di divieto di transito? Acquistato o preso? Nuovo o usato? Che domande!) 

(Sorlina, Corna di Darfo) 


 

Verbi di altri tempi 

Una  proibizione sempre attuale, ma con un'antica forma: NON LORDARE, sotto il moderno  slogan: DIFENDI LA NATURA. Fanno uno strano effetto, insieme. Ciò che un tempo "lordava" era quasi sempre, credo, molto biodegradabile: urine, feci, sputi, pezzi di legno e forse carta. Quello che non era presto biodegradabile: metalli, funi e simili (la plastica non c'era), era subito raccolto per essere riciclato. Gli animali e i saggi lasciano gli avanzi di ciò che gli è servito alla natura, senza doversi preoccupare che va difesa, la poverina. Non sono natura anche io, che lascio il mio preservativo e il mio fazzoletto da naso? Oh, certo, dovrei metterlo in un sacchetto e poi gettarlo a casa, dove magari lo vede mamma e mi fa il culo. Non-biodegradabile è un aggettivo molto relativo. Tutto passerà. Mi sono accanito per anni a "difendere la natura", ed era soltanto un comportamento automatico per sentirmi migliore di chi non si comportava come me. Non ha senso. Con la borsina di plastica che danza in un vortice di vento, Sam Mendez, il regista di "American Beauty" mi ha insegnato che tutto può essere bello, anche un preservativo o un fazzoletto da naso usato.

(Radura della Sorlina, stupenda vista panoramica di Corna, teatro di amori "camporelleschi") 


Eros o Morte? Comunque una bella storia. 

SS 345: i numeri contano :-). Ma anche i nomi, e lo sappiamo. Niente a che vedere con in nazisti, che riposino in guerra nel loro dispotico  Walalla. Questa "Strada Statale" tanto cara ai centauri tedeschi - leggenda vuole che la concessionaria di moto BMW nel paese di arrivo sia stata voluta da una potente agenzia turistica - prende il nome delle TRE VALLI che attraversa: Val Trompia, Val di Caffaro e Val Camonica, tutte rigorosamente bresciane. Al chilometro 74, sul nuovo muraglione che terrà a bada  la montagna per qualche decennio, un giorno ho intravisto un fiore colorato, che sembrava un graffito. A ben guardare è risultato essere parte della sua struttura. Cosa spinse il Muratore o Carpentiere (che comunque merita l'iniziale maiuscola) a convincere il direttore dei lavori di dargli il permesso di disegnare un fiore con i sassi, sto cercando di sapere. Poiché il fiore è stato colorato e corredato dalla scritta: "dedicato a Ivan" faccio delle ipotesi. Ivan è l'amico del Muratore,  compagno di avventure di alpinismo, deceduto nell'aprire una nuova "via". Oppure un Muratore morto sul lavoro, proprio nel costruire quel muro. O ancora è il ragazzo amato dalla sorella minore del Muratore. Sì, glielo ha chiesto lei di regalargli un fiore. Ultimo, Ivan è l'amico molto amico del Muratore. La pietra e il fiore resteranno, il colore sta già sbiadendo. Forse sarò io a dargli una mano di nuovo colore.


 

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